-E che differenza c'è con la psicoanalisi?
-Psicoterapia è il termine con cui si intende la cura dei disturbi psichici, psicoanalisi è un tipo di trattamento. Sai, ce ne sono diversi. Quest'ultimo è molto intrigante, funziona cosi: il paziente ingaggia il terapeuta per farne di lui il proprio simulacro del bene e del male, ammirarlo nelle fasi di luna di miele e maledirlo per le proprie ferite, ringraziarlo per i propri successi e odiarlo per le proprie colpe. Questo espediente (che si innesca inconsciamente) consente al paziente di sperimentare in un setting controllato e opportunamente ideato il marasma della propria vicenda esistenziale, portandola finalmente a risoluzione. - Un sacco da boxe potrebbe bastare allora, mi sembra più economico e per di più ti tiene in forma. -Diciamo che uno psicoanalista assomiglia per certi versi a uno Sparring Partner, non deve solo di incassare i colpi come un sacco, ma deve potenziare il partner, allenarlo, fargli notare i difetti nell'esecuzione, rendere più performanti i suoi colpi, ma anche insegnare a schivare i colpi, mostrargli i punti scoperti e le carenze nella propria difesa. -Si ma così non vince nessuno. Mentre i problemi fuori, quelli concreti, quelli rimangono. -I problemi fuori, come gli incontri, non li puoi vincere facendo combattere qualcuno al posto tuo, ma puoi arrivarci preparato e nella tua forma migliore, e magari scoprire che in realtà non hai più bisogno di ingaggiare alcuna lotta e non esiste alcun avversario.
0 Comments
-Cosa è meglio assecondare, i propri istinti o la propria morale? L'Es o il Super-io?
-Potremmo dire che l'Es richiede un'appagamento cui difficilmente si può resistere poichè trae origine dai bisogni primari di sopravvivenza di ogni individuo: mangiare, lottare, accoppiarsi, dormire. Soddisfare il Super-io comporta invece l'appagamento di una serie di esigenze morali che appartengono ad una fase molto più recente dello sviluppo psichico, e che trae origine dal rapporto con i genitori e attorno al quale si plasma, e che quindi pertiene più alla dimensione estetica ed etica della vita, che a quella vitale. -Intendi dire che faccio meglio a rubare per sfamarmi, piuttosto che morire onestamente di stenti? -Esatto, diciamo che un Super-io inappagato non ti uccide, mentre un Es mortificato si. -Il Super-io quindi dipende dall'ambiente? -Quasi esclusivamente. Potremmo dire che il Super-Io è la forma introiettata del condizionamento sociale cui siamo sottoposti, in primo luogo in famiglia, fatto salvo quella percentuale di soggettività attraverso cui tutto transita. -Lo sapevo, la società viene a rompere le scatole fin dentro l'anima. -Non ci sono solo aspetti negativi, diciamo che, come per il contratto sociale di Rousseau, moderando ciascuno il proprio egoismo si rende più civile e giusta la vita collettiva. Un super-io tutela e vigila il tuo stare in società. -Chissà che non ci sia altra forma di piacere che trascenda gli istinti o la morale. Ci penso e ti richiamo - Certe persone riescono a complicare anche le cose più semplici, e non capisco perchè lo facciano.
- Un motivo c'è. Si chiama Principio di Realtà. Tutta la vita tende inesorabilmente a tornare lì da dove è venuta, cioè alla materia inanimata, come le onde del mare, dopo l 'apice della loro increspatura, a dissolversi nell'oceano. - E con ciò? Io mi riferisco ad altro, a quelle persone che devono raggiungere una destinazione, e invece che tirare giù dritti, si perdono in mille rivoli, senza concludere mai nulla. - Vedi, se queste persone raggiungessero immediatamente il loro obiettivo raggiungerebbero il loro stato di quiete. Tutta la vita tende alla quiete, ma le resiste con ostinazione, come quelle persone, e come fai anche tu. - Io? - Certamente. Rimandare gli appuntamenti della vita è ritardare il raggiungimento dello stato di inerzia. Ricordi quando eri bambinio e aspettavi i regali di Natale? La magia era tutta lì, nell'attesa che inebriava le giornate e alimentava il fuoco del desiderio. - Quindi mi stai dicendo che questo principio di realtà fa diventare le persone inconcludenti? - Diciamo che insegna loro a stare nel presente, a ritardare il culmine del piacere, un po' come nel sesso. - Ritardare il piacere per provarne di più. - Esatto. Sai come chiamò Freud il contrario di questa tendenza? Principio di piacere. - Detta così sembra controintuitiva: il piacere tende alla sua fine e la realtà che sfugge alla morte. - Ci siamo intesi. - Siete contorti voi psicologi Un ringraziamento speciale a Noemi D'Addezio, Alessandro Sirolli, e tutti i volontari dell'associazione 180 amici L'Aquila Onlus per aver reso possibile questo momento, e a tutti i preziosi partecipanti di questo intenso pomeriggio letterario. Grazie ancora ad amici e parenti per il loro sostegno e il loro affetto.
Sosteniamo e diffondiamo la libera cultura. Per seguire le future attività dell'associazione: www.facebook.com/centoottanta.laquilaonlus/ Per scaricare gratuitamente il libro in formato digitale, o per l'acquisto della versione cartacea: Pubblicazioni |
Danilo RizziPsicoterapeuta, scrittore Archivi
June 2022
Categorie |